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A Torino l’incontro Ti racconto i Beatles con Ezio Guaitamacchi

Giovedì 30 giugno ore 18 al MAO Torino via S. Domenico 11 si terrà l’incontro con il giornalista e scrittore Ezio Guaitamacchi per l’incontro Ti racconto i Beatles, in occasione della mostra “Nothing is real. Quando i Beatles incontrarono l’Oriente.

Generoso Urciuoli ha scelto di raccontarci l’incontro ed un po’ di storia dei Beatles in questo articolo, a metà tra un diario di viaggio ed un racconto personale con tanto di sottofondo:

“Dovessi scegliere un brano come colonna sonora di questo articolo, sceglierei il primo brano del lato B di un vinile del 1967 dei Beatles. Visto che però siamo nel 2016, anche se è scoppiato nuovamente l’amore per i dischi in vinile e siamo più avvezzi alle playlist digitali, taglio corto e dico: “Within You Without You” dei Beatles e aggiungo per la cronaca, contenuto in Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band.

Gli elementi per scrivere questo articolo ci sono tutti e sono tutti raccolti nel brano di sottofondo: Beatles, oriente, musica, contesto culturale, psichedelia che arriva galoppante. Non so quanti di voi sanno che a Torino, al MAO il Museo d’Arte Orientale, fino al 2 ottobre 2016 è allestita una mostra dal titolo “Nothing is real. Quando i Beatles incontrarono l’Oriente” curata da Luca Beatrice.

Nothing is real

Ebbene si, subito dopo l’uscita l’uscita dello storico album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e l’uscita del film Magical Mystery Tour, i Beatles che a tutti gli effetti in quel momento potevano essere considerati la rock band più famosa al mondo, sentendo il richiamo del misticismo orientale partirono per l’India con l’attenzione di tutti i media addosso.

Era il 1968. Quello che avvenne durante quei giorni e l’impatto che quel viaggio in Oriente dei FAB4 ebbe sulla cultura occidentale e sull’arte è raccontato attraverso lo snodarsi di spazi, suoni e opere all’interno della mostra del MAO.

The_Beatles_magical_mystery_tour

Per ogni fenomeno c’è sempre un inizio, anche se la sua origine è sempre complessa da documentare. Nel nostro caso, va da sé che la presenza dell’India e della ricerca musicale (e non solo) in direzione Oriente era già ben evidente nei lavori dei quattro musicisti di Liverpool e la scelta del mio brano di sottofondo ne è una chiara dimostrazione.

Individuare l’inizio di questo fenomeno è facile: colui che diede il via al tutto fu George Harrison e ben prima del 1968. L’origine del tutto però non è individuabile ma la si può collocare nel generico contesto culturale che in questi anni nutriva sia i Beatles che le altre realtà artistiche, non solo musicali.

george harrison sitar

Torno un secondo a “Within You, Without you”, il brano di sottofondo per questo articolo scritto e suonato da George Harrison.

Che il nostro avesse qualche interesse per la musica indiana era noto agli altri componenti del gruppo, che fosse un estimatore di strumenti “strani” come il sitar anche, ma che George Harrison fosse così intriso di misticismo indiano a tal punto da comporre, registrare e inserire in un album un brano come Within you, Without you fu probabilmente un vero e proprio fulmine a ciel sereno.

beatles 5

Come raccontò lo stesso Harrison, all’interno della sua autobiografia, il brano fu scritto dopo un esercizio di meditazione e il testo gira tutto intorno alla frase che poi diede il titolo al brano e al doppio significato del termine without, nella doppia accezione di fuori (da te stesso, nel mondo) e senza. Una speculazione decisamente dettata dalle filosofie orientali.

George fu l’unico che registrò il brano dei Beatles: gli altri strumenti furono incisi da violinisti e violoncellisti, qualche musicista indiano e un improvvisato percussionista, Neil Aspinall, il road manager.

Se da un lato i Beatles con il loro viaggio furono la cassa di risonanza o la cinghia di trasmissione della cultura orientale in occidente, appare evidente che in qualche modo George Harrison e gli stessi Beatles incontrarono l’oriente prima di andare in Oriente.

Ecco il contesto culturale di quegli anni, che conteneva delle tracce non così celate di Oriente.”

Generoso Urciuoli

ezio_guaitamacchi1

L’incontro: Attraverso una chiacchierata intervallata dall’esecuzione di brani dal vivo, accompagnato dalla voce di Brunella Boschetti, il noto giornalista rock Ezio Guaitamacchi, ricostruirà il contesto culturale , quell’ atmosfera tipica da dinner party hippy anni Sessanta che avvolgeva George harrison e i Beatles prima di partire per l’India. Il tutto avverrà sempre al MAO, giovedì 30 giugno dalle ore 18.00 Una storia dentro la storia raccontata e cantata

Quando: Giovedì 30 giugno ore 18 MAO Torino via S. Domenico 11 Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

Chi: Ezio Guaitamacchi. Giornalista, scrittore, musicista, autore e conduttore radiotelevisivo, è fondatore di Jam (nonché della Jam TV). Ha diretto collane di libri musicali per Arcana e per Editori Riuniti, dirige il Master in Giornalismo e Critica Musicale presso il CPM di Milano, è la voce rock più autorevole di LifeGate Radio ed è autore di numerosi saggi.

Il suo libro Delitti Rock è diventato una serie per la Radio Svizzera Italiana, uno spettacolo teatrale e uno show televisivo in dieci puntate condotto da Massimo Ghini, premiato come «miglior programma di RAI2 del 2011». Nel 2013, dopo aver scritto il primo ‘rock thriller’ italiano, Psycho Killer – Omicidi in Fa maggiore (Ultra), è tornato sulle strade del rock. La sua Storia del Rock (Hoepli, 2014) è la prima pubblicata in Italia e ha dato il via a una nuova collana “musica” per Hoepli. Propone in tutta Italia spettacoli in cui racconta (tra suoni e visioni) la grande storia del rock.

Per gli altri incontri rimandiamo al sito del Mao: Mao Torino