Luca Atzori - copertina disco
Attualità Cultura Interviste Musica Torino News Torino

Intervista a Luca Atzori, artista completo di Torino

Incontriamo Luca Atzori, poliedrico artista torinese in occasione della presentazione del disco  Chi si addormenta da solo lenzuola da solo.

Luca Atzori - Chi si addormenta da solo lenzuola da solo

Luca Atzori è un drammaturgo, regista, attore, cantante e musicista torinese e si occupa anche di recensioni di arte e considerazioni sulla società di oggi sul suo sito Cogitoergoest.

1. Chi è oggi Luca Atzori? Come si definirebbe?

Sono in costante messa in discussione, dunque non posso definirmi. La mia ricerca volge proprio a un lavoro che metta in discussione costantemente quanto ho raggiunto per permettermi nuove esplorazioni. Sono forse un esploratore, se proprio dovessi pensare a una sorta di definizione.

Luca Atzori - attore e artista

2. Partiamo dal Luca Atzori cantante. Di cosa parla Chi si addormenta da solo lenzuola da solo?

E’ un concerto di teatro punk per sole voci. Una raccolta di poesie messe in musica con la voce. Lavoro che ho fatto insieme a Sandro Cafone, artista fondamentale in questo lavoro. Fa da minimo comun denominatore il senso di rabbia soffocata dal bisogno di bellezza. C’è tanta rabbia, tanto odio che va a dissolversi in canti quasi religiosi. Appartengo alla generazione di chi ha voluto dimostrare qualcosa di più rispetto al destino sociale  che il mondo voleva imporre.  Quella fuga è presente in questo lavoro. Chi si addormenta da solo lenzuola da solo è un titolo che rievoca l’impossibilità di fuga. La bellezza che consiste nell’impossibilità di uscire davvero. Il fiore che mentre appassisce assume nuove forme e colori e che osservato con attenzione può essere in certi tratti meraviglioso.

3. Come mai la scelta di fare un cd unicamente di parti cantate e intrecci vocali?

Perché non volevo mettere protesi fra l’artista e l’ascoltatore. La poesia è qualcosa di fortemente intimo, dunque costruire partiture esclusivamente vocali fa si che si possa rimanere nell’ambito dell’interiorità. Sono i corpi che vibrano ad aver generato la poesia. Volevo fare qualcosa che fosse estremamente primitivo e al contempo contemporaneo.

4. Si può dire che il suo cd si inserisca nel solco del percorso di Bobby Mc Ferrin e Demetrio Stratos?

Sicuramente la sperimentazione vocale mi interessa molto. Bobby Mc Ferrin, Demetrio Stratos, ma anche Meredith Monk, Diamanda Galas etc. Credo però che ancor di più si senta l’influenza di gruppi come gli Einsturzende Neubauten che hanno segnato molto la mia visione della musica.

5. Il disco riprende il punk come attitudine estetica. Può spiegarci meglio?

Nel senso che è un cd punk. Un punk primale, preistorico. C’è tutta la mia rabbia, la mia voglia di essere odiato da chi odio e amato da chi odia quel che odio. Desiderio di distruggere. Ma il tutto con la postura del misticismo. Un punk interiore, acustico. Cinico alla Diogene. Violentemente distante. Sono una persona che quando è incazzata sogna di fare esplodere il mondo con una preghiera. E questo cd ne è un esempio.

Luca Atzori - regista e artista di Torino

6. Venendo al suo ruolo di regista, so che in questi mesi è stato impegnato in molte produzioni teatrali differenti. Vuole spiegarcene alcune? So che spaziavano dal gramelot al teatro sperimentale.

Ho lavorato come autore, regista e anche attore per diversi spettacoli. Icaro, testo che scrissi e misi in scena nel 2010 e che ho rispolverato mesi fa per un gruppo di miei allievi di teatro. Poi Mama Roque de Barriera che si muove sempre nei progetti di teatro musicale, ma che percorre sonorità più tropicali e tratta tematiche affini alla cosiddetta “sessualità alternativa”.  Poi dal 2012 porto in tutta Italia Gli aberranti, una teatronovela che racconta la follia. Quaranta storie, quaranta personaggi. Uno spettacolo dove figuro come cantastorie.  Ora sono in fase di progettazione nuovi concerti di teatro, metal e rap.

7. So che è anche direttore artistico del Teatro Garabato? Come vive questa esperienza?

Si, da ottobre. È uno spazio molto intimo che raccoglie realtà di differente tipo. Un luogo protetto, uterino. La vivo bene questa esperienza. È un modo per rendere attivo non solo me stesso ma anche le persone che mi stanno accanto. Diventare maggiormente protagonisti nella proposta artistica e nell’influenza sul territorio ha il potenziale di rendere maggiormente attiva la cittadinanza e questo mi piace. Odio la passività che si vive nella movida torinese. Stare fermi nei locali tanto per far passare il tempo. Al Teatro Garabato tra spettacoli, film muti, cinepornoforum, concerti etc stiamo cercando di creare un luogo di eccezione alla noia di quel che è considerato “figo” a Torino. Roque Fucci che è proprietario del Teatro, sogna infatti di far emergere dal Teatro Garabato una dignità del periferico. E io sono con lui.

Luca Atzori - Teatro Garabato

 

8. Pensa che il teatro possa rappresentare un fulcro per una nuova movida in Barriera di Milano? Come hanno reagito i residenti al vostro progetto?

C’è molto interesse da parte dei residenti. Barriera ha bisogno di nuovi movimenti di persone. Nuovi sguardi. Questo è stato di gradimento per gli abitanti del quartiere. Non chiediamo di colonizzare, quanto di far risaltare. Non ci interessano culture migliori comparate con culture peggiori.

9. Qual è la sua ambizione a livello di regista? Cosa la spinge a creare nuovi spettacoli?

Voglio entrare nella Storia dei Grandi Deficienti.

10. A livello di scrittura. Come nasce la passione per l’arte moderna e la critica?

Nutro dall’adolescenza una tensione artistica che si nutre anche di  osservazione di opere e riflessioni. Mi interessa in particolare quella che viene considerata come Arte Contemporanea. Anche se non mi interessa quando è qualcosa di catalogato, e ricade nello stereotipo dell’Arte da apericena. Mi piace quando vedo il rigore estremo che solo può garantire la libertà.

Luca Atzori da giovane

11. Luca Atzori, Lei ha vissuto in aree differenti della città e ne ha respirato le varie fasi. Come vede Torino oggi?

La vedo in fase di mutazione. Piena di cose che bollono in pentola ma anche tanto confusa. Noto che sono tante le persone che vengono da fuori. I torinesi spesso tendono ad essere chiusi e autoreferenziali. I nuovi immigrati (studenti) stanno occupando spazi sempre più importanti all’interno della città. Credo che la città sia anche loro. E questo è bello. È una città difficile Torino, ma anche un grande laboratorio culturale, sociale e politico. Mi sta un po’ antipatica però mi piace.

 

Luca Calderan
Luca Calderan è un redattore e SEO con numerosi anni di esperienza in ambito editoriale. Ex collaboratore de lastampa.it ed impiegato in ambito finance dal 2007. Luca racconta da sempre la città di Torino ed i suoi cambiamenti. Ha intervistato i più famosi artisti di Torino, sia quelli famosi che i musicisti di Torino. Volontario presso TEDxTorino e GDG Google Developer Group Torino.
https://www.specialistaseo.org/