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Arte alle corti: l’arte contemporanea esposta nei cortili storici a Torino

Se avete totalmente dimenticato che a Torino ci sono svariati palazzi sparsi per il centro, di per sé dunque opere d’arte donate alla città, realizzati nel XVII secolo come ad esempio il Palazzo Asinari di San Marzano progettato da Michelangelo Garove, o il Palazzo Cisterna, dei fratelli Valperga o il Palazzo Carignano di Guarino Guarini, o anche risalenti ancor prima al XVI secolo come il Palazzo Chiablese… insomma, se volete scoprire che la città di Torino può diventare uno dei più importanti musei del barocco italiano, allora vi consiglio di provare a visitare Arte alle Corti.

Arte alle corti

Si tratta di un percorso fra i palazzi citati e altri, all’interno dei quali si trovano opere di artisti contemporanei, nei cortili, il tutto ovviamente gratuito. Sicuramente la proposta di pensare a un nuovo modo di vivere la “galleria” è allettante, invitare a una presa di coscienza del fatto che passiamo costantemente a fianco di opere d’arte e non ce ne accorgiamo più quasi fossimo anestetizzati ormai solo dal nostro presente.

In tutto abbiamo 25 opere di 23 autori diversi, sparse tra 9 corti e 2 giardini dei palazzi storici, tra i quali anche i Giardini Reali, il Palazzo dell’Università degli Studi e Palazzo Reale. La mappa è scaricabile gratuitamente dal sito. Le opere ospitate sono certamente interessanti, ma vediamone alcune insieme.

Palazzo Asinari di San Marzano_Richard Long_BLU SKY CIRCLE

Partiamo da Blue Sky Circle del noto scultore e fotografo Richard Long, che è possibile trovare a Palazzo Asinari di San Marzano, un cerchio di pietre di marmo bianco e granito rosa con 640 cm di diametro, esempio di Land Art che dona al palazzo una suggestione primitiva, dove sembra trasparire l’idea di opera come traccia. In fondo anche i palazzi sono tracce che prima o poi verranno cancellate.

Il sodalizio fra quest’opera e il palazzo ospitante è infatti ben riuscito.

PALAZZOCARIGNANOBottoBrunoWaitingforthelastbus

Nell’opera Waiting for the Last Bus di Botto & Bruno nel cortile del Palazzo Carignano, dove troviamo una enorme stanza aperta , senza soffitto, in pvc su struttura portante di 500 cm di diametro e 5 metri di altezza, che rappresenta l’immagine di una discarica abbandonata.

È interessante anche in questo caso l’accostamento dell’immagine di uno spazio aperto e abbandonato all’interno di un cortile ben protetto dove vediamo diventare oggetto di interesse artistico quel che normalmente non consideriamo.

PalazzoCisternaBERNARVENETEffondrement217.5ARCX11

Effondrement 217.5 ARC XII di Bernar Verret è un insieme di strutture curve e sottili in acciaio corten che si intersecano fino a formare la suggestione di una convessità spazio-temporale.

La mostra è certamente interessante, soprattutto per la sua clandestinità. Sarebbe bello però se riuscissimo a far rivivere questi palazzi risvegliando nella mente dei cittadini la consapevolezza che viviamo in una bella città non solo perché ci sono i locali e le iniziative culturali, quanto portando la contemporaneità a incontrare la storia dalla quale è stata generata.

Forse scoprire anche che in quella storia c’è ancora tanto di noi, e magari così imparare a riconoscere con più coscienza l’estetica che ci ha formati, e non dover sempre rivolgerci al ristretto mondo di cultori dell’arte. In fondo il barocco voleva trasmettere anche la leggerezza, quella che ci consente di abbandonare il pensiero per visualizzarlo nei dettagli di una città ironicamente austera.

Luca Atzori