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DuDag, quando l’editoria digitale diventa social Intervista a Lorenzo Baravalle

DuDag è lo strano nome che è stato dato alla piattaforma editoriale totally digitale social, come piace chiamarla a Lorenzo Baravalle, il suo fondatore. Un tartaruga il logo, ma la creatura di Baravalle non va certo lenta come il simpatico rettile. Ventiquattrenne saluzzese (ad aprile ne compie venticinque), torinese d’adozione, Lorenzo si è lanciato in questa impresa quasi per gioco, mettendo a frutto la sua passione per la lettura e per la buona scrittura.

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Partendo da un portale internet, lo trasforma in marketplace nel quale vengono venduti rigorosamente in formato digitale, quindi e-book, le opere di molti autori esordienti e di qualcuno anche già conosciuto. Tutte opere ex-novo, però, nessuna ristampa o riedizione per il momento. Sui manoscritti, selezionati da un valido comitato di lettura, viene fatto il classico lavoro di editing e correzione bozze e quindi di impaginazione con copertina nel riconoscibile formato DuDag. Come una vera e propria casa editrice. Ma a Lorenzo Baravalle non piace questo termine, sarà forse perché la sua formula è diversa da quella delle classiche case editrici? Infatti, chi pubblica con DuDag trova la sua opera messa in vendita a meno di un caffè: 1 euro, a fronte di una pubblicazione assolutamente gratuita.

Nessun trucco nessun inganno, DuDag non vuole vendere fumo e non lo fa mettendo quegli odiosi centesimi ingannevoli tipo 0,99; 1,99; 2,99 e così via. Cifra tonda per una cultura corroborante meglio e a meno di un caffè, appunto. Ma allora non ci sarà alcun ritorno economico per l’autore, starà già pensando qualcuno. No, non è così. All’autore spetta ben il 50% del ricavato delle vendite del proprio libro, ovvero 0,50 euro a copia digitale venduta.

DuDag sta infatti riscuotendo un buon successo di vendite e anche i maggiori media nazionali se ne stanno accorgendo, visti i riconoscimenti e le menzioni che Baravalle sta ottenendo. E la qualità delle opere pubblicate è sempre alta. Come già detto ci sono molti autori esordienti con romanzi interessanti, spulciare il catalogo per credere (qui: http://www.dudag.com). E i nomi conosciuti? Due su tutti: Massimo Tallone con il romanzo per ragazzi Vico Bimah e Il Passaggio Segreto e Consolata Lanza con le raccolte di racconti La Ragazza in Tailleur Rosso Fuoco e Alcune Ipotesi di Vita al Femminile.

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Complimenti a questo giovane piemontese che sta sgomitando bene in un periodo in cui l’editoria tradizionale (ma anche quella elettronica) fatica a stare a galla e spuntano come i funghi i contributi richiesti all’autore. Anzi, ci complimentiamo direttamente con lui e lo facciamo rispondere a qualche nostra domanda.

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Ciao Lorenzo e benvenuto sulle pagine di Taurinews, testata locale che getta anche uno sguardo a 360 gradi sul mondo. Innanzitutto, complimenti per il tuo costante lavoro. Raccontaci come è nata l’idea di DuDag e perché ti sei voluto avventurare in questa impresa editoriale.

DuDag, come molte startup post cambio di millennio, è nata tra i banchi delluniversità per una semplice necessità: non potevo più permettermi di comprare quattro libri al mese, come facevo. Così mi sono chiesto perché, nonostante un ebook non avesse i costi fissi di un libro stampato, avesse un prezzo di copertina attorno ai 10. Musica, video e fotografia sono mondi che hanno affrontato più o meno bene la rivoluzione da analogico a digitale, perché il libro no? Così ho pensato ad un luogo dove pubblicare libri gratuitamente (una vera sfida, visto che quasi nessuno lo fa, nemmeno online) e venderli a 1, riconoscendo il 50% allautore.

Tu vedi DuDag come un marketplace social e non una casa editrice tradizionale, anche se completamente digitale. Come mai?

Perché non abbiamo le dinamiche di una casa editrice. Questo perché vogliamo che siano i lettori e gli utenti della rete a leggere e giudicare se un libro è buono o meno, se merita quindi di essere pubblicato su carta oppure no. DuDag vuole essere una nuova porta per entrare nelle case editrici tradizionali: gli scrittori che pubblicano su www.dudag.com sono liberi di pubblicare anche su carta il loro libro, senza doverci penali o percentuali, ma solo citandoci in copertina. Insomma a noi piace definirci un sito di social publishing.

Chi e cosa c’e’ alla base di DuDag? Intendo, com’è composto lo staff e tu di cosa ti occupi fondamentalmente?

DuDag è cresciuta molto negli ultimi dodici mesi, non solo nel numero di libri inseriti nel nostro sito o nei lettori, ma anche nel Team. Oggi siamo in quattro (Alessio, Marta, Jessica e io) a occuparci fondamentalmente della formattazione e impaginazione dei libri, che sono tutti curatissimi, perché vogliamo dare ai lettori un libro piacevole da leggere anche nellimpaginazione e nei font, e di comunicare tutti i libri che sono presenti nel sito. Lo facciamo principalmente sulla nostra pagina Facebook (facebook.com/dudaglibri), su twitter (@dudagLibri) e su Google+, senza dimenticarci di dialogare con i blogger.

Come fai o come hai fatto a conciliare i tuoi studi universitari con questo lavoro?

Schizofrenia! Scherzi a parte è stato divertente avere già un qualcosa per le mani durante gli studi. Molte notti in bianco, è vero, ma se non le fai a ventidue anni quando le fai?

Con quali criteri selezionate le opere da pubblicare?

Non abbiamo una linea editoriale, vogliamo pubblicare libri di ogni genere, dal romanzo al fumetto.

Spiegaci bene come funziona il copyright con DuDag, la questione del 50% all’autore e come riuscite a campare in questo mercato editoriale asfittico e perennemente in crisi.

Come detto, non noi tratteniamo i diritti sulle opere che pubblichiamo. Chiediamo solo lesclusiva sul digitale. Questo perché vogliamo essere diversi dai self-publisher che ci sono su internet e non sarebbe coerente avere la stessa opera su due siti con dinamiche e idee completamente diverse. È naturale che non si campa con il 50% di un libro che costa 1 ma la cosa più bella che tutti gli scrittori mi hanno mai detto è: Non mi interessa diventare ricco, mi interessa essere letto. Ecco, per noi è la stessa cosa: ci interessa dare una possibilità agli scrittori.

Ma secondo te il formato e-book sta prendendo piede in un paese come l’Italia in cui già si legge pochissimo?

Secondo me prenderà piede nel momento in cui gli scrittori capiranno che è molto diverso scrivere un ebook e scrivere un libro destinato alla stampa. È nella natura intrinseca del mezzo digitale: alcuni scrittori l’hanno capito e infatti i loro libri vendono molto.

Perché dedicarsi ai libri elettronici e non a quelli tradizionali?

Perché si deve per forza prendere una decisione? Perché deve esserci sempre una dicotomia e non li si vede come integrati?

Come vanno le vendite di DuDag?

Benissimo, soprattutto dopo il rinnovamento completo del sito. I nostri libri hanno la media di vendita di quelli di Amazon!

Cosa diresti a un aspirante scrittore che volesse inviare il proprio lavoro a DuDag?

Non avere paura: se sei arrivato alla decisione di pubblicare significa che la parte più difficile è alle spalle. Con DuDag abbiamo un rapporto personale con tutti i nostri scrittori, e ci piace collaborare con loro per comunicare e raccontare al meglio i loro libri.

E ai lettori di Taurinews?

Registratevi subito e diventate lettori su DuDag. Sono sicuro scoprirete idee nuove e interessanti nei nostri libri. E se avete un libro nel cassetto non esitate a mandarcelo a info@dudag.com

Una domanda a bruciapelo: con tutti i libri che avrai letto finora non hai mai pensato di metterti a scrivere?

Assolutamente. Ma per scrivere ci vuole costanza, dedizione e avere un podi vita alle spalle.

Grazie per la tua disponibilità, Lorenzo. Buon proseguimento per tutto.

In bocca al lupo a voi e a Taurinews!