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Giorgio Faletti: un ultimo saluto ad un artista completo

Arriva come un masso la notizia della morte di Giorgio Faletti, un personaggio impossibile da definire in un’unica parola, poliedrico, visionario, eppure diretto e capace di cambiare pelle e mestiere ma sempre mantenendo intatta la sensazione di raccontare qualcosa di semplice, comune eppur speciale.

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Un artista a 360 gradi: attore, cantante e negli ultimi anni romanziere di successo ma senza perdere la voglia di calcare i palchi per incontrare il Suo pubblico.

L’assurdo mestiere è una canzone presentata a Sanremo nel 1995 in cui Faletti si cimenta in un dialogo con Dio, con parole cariche di sentimento eppure al tempo stesso semplici, quotidiane e per questo forse ancor più evocative e con la punta di ironia geniale che lo ha sempre contraddistinto.

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Leggendo oggi il testo fa specie pensare all’accostamento tra l’attore ed il muratore, che si terge il sudore dalla fronte, il genio visionario e l’accordatore di strumenti e l’impagliatore di sedie, per poi sedersi con il suo pubblico.

Nella seconda parte vi è invece la parte del dialogo con Dio, con riferimenti semplici e di una provocazione ironica con riferimenti all’infanzia, come i cartoni animati o il disegno di pipì sulla neve, il ricordo delle carezze da parte dei genitori e poi invece una domanda quasi gaberiana, in cui Faletti perdona il Signore per non averlo fatto alto e biondo ma invece “così stupido e vero”, incapace di accettare la morte, come signora vestita di nero e con un’unica richiesta: “fa che la morte mi trovi vivo” mentre andrà “verso la notte con il passo calmo di un seminatore”.

Solo l’anno prima Faletti aveva stupito il pubblico con la canzone Signor tenente, canzone di denuncia e di rottura, che richiamava la strage di Capaci e capace di portare al grande pubblico una delle pagine più buie del nostro Paese con una semplicità ed al tempo stesso un senso di realtà e di familiarità con il personaggio che presenta la storia, uno del popolo che parla in dialetto e racconta le cose senza fronzoli, denunciando le condizioni di lavoro delle forze dell’ordine e le conseguenze dell’esplosione, in una lettera aperta ad un superiore.

Negli ultimi anni però il nome di Faletti è diventato noto ai più soprattutto per l’attività di romanziere, con collaborazioni interessanti come il progetto di 20lines Ogni luna ha due facce, un romanzo di fantascienza collettivo basato sull’incipit dello scrittore ma aperto ai contributi degli scrittori emergenti, che si sono cimentati nel continuare la storia degli alieni colorati, continuando liberamente la storia.

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Il Faletti scrittore è uscito alla ribalta con il romanzo Io uccido, che declinava le atmosfere del noir e del thriller anni ’80, tra Ludlum, Van Lustbader, Puzo ecc. con una visione personale, con un senso elbano che traspariva nella scrittura e riferimenti come Radio Montecarlo ed il tipo di narrazione e di intreccio originali che lo hanno in poco tempo reso celebre nel mondo.

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Ad esso sono seguiti tra gli altri Niente di vero tranne gli occhi, Io sono Dio ed Appunti di un venditore di donne che lo hanno consacrato definitivamente.

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Ma Faletti non è rimasto a crogiolarsi nella gloria, sentendo il richiamo del palco e tornando cantare e raccontarsi in Da quando a ora, libro più cd a cui sono seguite le tappe del tour “perché c’è sangue, c’è fatica, c’è la vita… in questa assurda specie di mestiere.”

 

Luca Calderan
Luca Calderan è un redattore e SEO con numerosi anni di esperienza in ambito editoriale. Ex collaboratore de lastampa.it ed impiegato in ambito finance dal 2007. Luca racconta da sempre la città di Torino ed i suoi cambiamenti. Ha intervistato i più famosi artisti di Torino, sia quelli famosi che i musicisti di Torino. Volontario presso TEDxTorino e GDG Google Developer Group Torino.
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