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Gli italiani visti dalla televisione. A Rivoli va in scena la pubblicità anni ’50

Il Castello di Rivoli ospita, dal 1 luglio fino al 16 novembre, la videorassegna multimediale “Percorsi_n. 1 – Gli italiani visti dalla televisione. Da Lascia o Raddoppia? a Carosello”, organizzata dal Museo della Pubblicità di Torino.

Gli italiani visti dalla televisione

La linea-per-Lagostina

Antico e moderno si uniscono per far godere allo spettatore l’esperienza multimediale basata però su filmati e reperti storici degli anni ’50. La mostra è dislocata attraverso quattro sale, e lo spettatore ha la possibilità di muoversi attraverso un percorso multimediale. Le opzioni per scoprire questo pezzo di storia sono diverse: è infatti possibile non solo consultare le fonti storiche dell’epoca, ma anche assistere alla videoproiezione di filmati originali, oltre 2000, selezionati dall’immenso archivio Sipra.

Gli interventi degli esperti

Inoltre, per chiarire le dinamiche della pubblicità degli anni ’50, saranno presenti gli interventi di alcuni semiologi e studiosi dei media, come Peppino Ortoleva e Ugo Volli, entrambi docenti all’Università degli Studi di Torino. La mostra strizza l’occhio anche al contesto culturale e socioeconomico in cui l’Italia versava in quegli anni, in modo da offrire allo spettatore un’esperienza immersiva anche se mediata dal digitale.

La nascita della televisione

La televisione in Italia, la cosiddetta “paleo-tv”, arriva nel 1954. Nei primi anni, il palinsesto era contrassegnato da programmi “a blocchi”, senza fluidità tra show e pubblicità come accade oggi; alcuni tra i più famosi erano sicuramente i telequiz e, successivamente, i cosiddetti “sceneggiati” (quello di maggior successo è stato I promessi sposi degli anni ’60).

Carosello

Ma c’è un terzo elemento capace di suscitare le simpatie del pubblico, ora snobbato ma all’epoca estremamente in auge: la pubblicità, all’epoca ancora in bianco e nero. Gli spot della paleo-tv sono passati alla storia grazie al successo riscosso dal celebre contenitore conosciuto con il titolo di “Carosello”.

 

Programma che agli occhi dei giovani d’oggi appare piuttosto obsoleto, “Carosello” è diventato celebre non per gli slogan che accompagnavano i prodotti pubblicizzati ma, molto più spesso, per i personaggi (veri o di fantasia) che intonavano quella che all’epoca era definita la “réclame”. Alcuni nomi? Carmencita, creata dal celebre Armando Testa, o, per rimanere tra le persone in carne e ossa, Tognazzi.

Calimero e la Linea

Ed è proprio la pubblicità dell’epoca che si orna di una veste nuova (e rimodernata) in occasione di una mostra a lei dedicata, un’occasione unica per rivedere personaggi, come Calimero, che hanno accompagnato una generazione lanciando claim che con il tempo sono entrati nel linguaggio comune delle persone e che infatti a volte ritornano (come ad esempio Gringo tornato di recente alla ribalta). Pensiamo ad esempio al personaggio della Linea di Cavandoli per Lagostina.

La mostra è anche un’occasione per proiezioni importanti, come 1960 di Salvatores, Viaggio nella valle del Po di Soldati, Comizi d’amore di Pasolini ed ovviamente Carosello, che passione! di Luciano Emmer.