I grandi torinesi: Michele Lanza tra genio, fantasia e coraggio
La storia moderna di Torino è indissolubilmente legata all’automobile e di conseguenza alle varie dinastie familiari che hanno contribuito ad accrescerne il peso e il prestigio; tutti noi consociamo bene nomi quali Agnelli, Lancia, Bertone, Pininfarina, Giugiaro e l’elenco potrebbe diventare davvero lungo con un po’ di sforzo mnemonico. Eppure alcuni non riusciamo quasi a ricordarli, nonostante siano stati decisivi per lo sviluppo di un settore che ha segnato l’industria e pure buona parte della nostra sfera sociale e culturale. Insomma, piaccia o no ha fatto la storia. Tra le varie personalità che il tempo ha messo in secondo piano ve ne è uno in particolare che meriterebbe qualche onore e qualche libro in più ma che per molti è quasi sconosciuto: Michele Lanza
Chi era Michele Lanza?E perché è così importante?
Risposta che rischia di essere lunga e complessa, vedrò di essere il più breve e chiaro possibile.
Torinese, titolare di una manifattura di candele steariche, si trovò verso la fine del diciannovesimo secolo a compiere frequenti viaggi nei vicini paesi europei, principalmente per motivi di lavoro. Non erano anni qualsiasi, erano gli anni delle “applicazioni”, le scoperte scientifiche stavano diventando sempre più frequentemente innovazione tecnologica; erano gli anni dell’energia elettrica , della chimica ma soprattutto delle automobili.
Fu proprio durante uno dei suoi innumerevoli viaggi, a Parigi, nel 1894, che Michele Lanza rimase folgorato da un oggetto particolare , del quale aveva sino allora solo sentito parlare; un carro a motore, impacciato e lento, una prima vettura Peugeot che Lanza non esitò ad acquistare pur di riportarla in patria e studiarla.
Tornato quindi a Torino smontò l’auto pezzo per pezzo, cercò di capirla, o meglio, carpirla, e già nel 1895 costruì la prima vera automobile italiana. Ecco che ora potete ben capire perché il suo nome è così importante, è colui che ha dato il “La” a gran parte della storia automobilistica italiana.
Certo, sarebbe tutto avvenuto comunque, ma chi può dire che piega avrebbero preso gli eventi? Magari sarebbe iniziato tutto troppo tardi, o altrove o con minor enfasi. Già, l’enfasi, l’entusiasmo. Lanza ne era davvero colmo, perché non si fermò alla progettazione di un’autovettura; era talmente affascinato da tutto il mondo motoristico che in rapida successione fondò una fabbrica di automobili, brevettò un nuovo carburatore e fondò nello stesso mese ( il Dicembre 1898 per la precisione) l’Automobile Club e la prima rivista di settore, l’Automobile. Un vero e proprio vulcano che però si spense velocemente, in quanto la sua fabbrica chiuse già nel 1903, con neppure dieci vetture realizzate all’attivo in sei anni di attività.
Ma ormai era partito tutto. Attorno a lui un gruppo di appassionati iniziò a scoprire o approfondire questo strano mondo che si stava imponendo sulla scena , accarezzando l’idea di imitarlo. Che poi i nomi sono quelli lì: Agnelli, Lancia e tutti quelli venuti dopo, che come in un’immaginaria catena hanno continuato a portare avanti la passione di Michele Lanza creando il settore che ha trainato non solo il Piemonte ma tutta l’Italia per un secolo. E anche se oggi purtroppo non viviamo più fasti di qualche decennio fa, Michele Lanza, il suo entusiasmo, e quel pizzico di pazzia vanno ricordati. Chissà che non contagino di nuovo.
Fulvio Pasciuti