In viaggio con l’archeologo: intervista a Generoso Urciuoli
Visto il periodo abbiamo pensato di regalare un viaggio virtuale ai torinesi che non potranno andare in vacanza o che, come nella maggior parte dei casi, avranno a disposizione solo un breve periodo per le vacanze o le gite fuori porta, un resoconto di viaggio per vedere il mondo con le parole e i pensieri di un archeologo di Torino: Generoso Urciuoli.
1. Cominciamo dalle domande di rito: come mai la scelta di fare l’archeologo?
E’ stata una scelta non così infantile avvenuta in età post adolescenziale.
E’ pur vero che sin da bambino c’erano degli argomenti che suscitavano la mia attenzione, ma non avrei mai pensato di fare l’archeologo, forse non sapevo neanche cosa fosse un archeologo all’epoca.
Mi divertiva giocare con i soldatini scala 1:72 degli Egizi e dei Romani. Mi piaceva guardare i film mitologici. Ma ero lontanissimo dall’idea di voler diventare un archeologo.
Crescendo mi sono reso conto che sarebbe stato interessante avere un metodo per affrontare alcuni argomenti che riguardavano il passato o terre “esotiche”. Poi come sempre gli incontri nella vita sono determinanti, in questo caso un libro e una persona. O forse sarebbe più corretto dire una persona che mi imprestò un libro, che non vi dirò. E dai li’, come un fulmine a ciel sereno ho scoperto l’archeologia.
2. In questi anni hai visitato alcuni degli angoli più suggestivi del mondo. Se dovessi selezionarne tre (o quattro) quali sceglieresti?
Sono noiosamente abitudinario in questo caso. Gerusalemme e zone limitrofe, Egitto tutto, Grecia tutta.
3. Come mai hai scelto queste mete?
In tutti e tre i casi provo una sensazione di casa, di familiarità. Odori, suoni, sapori, quel velo di antichità misto a decadenza che vedi ovunque.
4. Cosa rappresenta per te il viaggio?
Un momento in cui stacco. Poi in realtà la stragrande maggioranza dei viaggi che ho fatto sono per lavoro, quello archeologico e di ricerca, quindi tecnicamente non stacco veramente. Però vado, la mia mente si pone in modo completamente diverso quando sono in giro. E’ pronta a ricevere qualsiasi tipo di stimolo, più del solito.
5. In questi anni sei stato attivo anche nell’ambito musicale. Possiamo intendere anche la musica come un viaggio?
Tutto ciò che smove i sentimenti e le emozioni può rientrare nella sfera del viaggio. Fisico e virtuale.
6. Quali canzoni sceglieresti per un viaggio? E a quali ricordi le associ?
In realtà non mi piace fare queste associazioni. Legare la musica ai ricordi è molto bello, ma è altrettanto pericoloso.
7. Abbiamo parlato di mete lontane ma anche Torino ha ormai un volto turistico. Ci sono posti e canzoni che ti legano a questa città?
Diciamo che quasi tutto il repertorio dei Subsonica mi lega a questa città. Me ne rendo conto quando vado in altre città italiane e con i miei interlocutori si inzia a parlare di Torino. Poi io sono fieramente legato a questa città. Nella lettera di presentazione del mio CV c’è questa frase di cui ne vado molto orgoglioso: “Formatosi nel magmatico contesto culturale torinese degli anni ‘90”.
8. In questi anni sei stato anche autore di libri di successo. Ti hanno portato a viaggiare?
Ogni libro è stato motivo di un viaggio. Sopralluoghi, respirare l’aria del posto, vedere da vicino i siti archeologici. Diciamo che non ho ancora capito se le idee per scrivere i libri mi vengono perché è l’alibi perfetto per intraprendere un viaggio.
9. L’ultimo se non erro era su Gerusalemme e avete trattato tematiche importanti
Si, il contesto fisico è proprio Gerusalemme, città che amo particolarmente e la tematica è decisamente intrigante: indagare da un punto di vista archeologico sull’Ultima Cena.
10. Il tuo nome è noto al grande pubblico per Archeoricette, blog su archeologia e ricette dell’antichità da cui hai tratto anche libri di successo. Pensi che anche la cucina e la storia possano essere un modo per viaggiare?
Come il cibo che viaggiava nell’antichità, ricette annesse. Non dobbiamo pensare alle civiltà del passato come stati. I confini non sono mai stati impermiabili, impenetrabili soprattutto per gli aspetti culturali, mode e cibo compreso. Può essere un ottimo motivo per viaggiare conoscere il cibo di altre realtà.
E’ vero, la globalizzazione ha permesso di trovare le materie prime più disparate in qualsiasi supermercato, però volete mettere assaggiare una pietanza tradizionale cucinata proprio in quel luogo?
Ovvio che anche la Storia sia un modo per viaggiare, sia con l’immaginazione che fisicamente.
Spesso alcuni itinerari li costruisco basandomi sulle fonti storiche. Questo lo faccio soprattutto per la Grecia. Mettersi sulle tracce di Teseo o di alessandro Magno vi assicuro che è un gran bel modo di condurre un viaggio.
11. Ultima domanda. Se potessi scegliere due posti in cui andare dove ti recheresti e perché?
Risponderei in modo noioso Gerusalemme e zone limitrofe, Egitto e Grecia. Perché? Perché non si conosce mai a fondo una realtà.
Luca Calderan