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Invers, oltre le montagne e le tendenze

Il panorama della musica piemontese, si sa, possiede sempre un certo spessore: non sono pochi i nomi che hanno dato lustro sia al nostro amato capoluogo e all’intera regione. Gli Invers certamente non fanno eccezione: nel loro stile di impatto, immediato, che centellina poi ogni sensazione con chiarezza e potenza di suono, riescono ad essere un ottimo connubio di ironica diffidenza verso una realtà opaca e di ritratti musicali forti, quasi spigolosi.

Invers in concerto

Stasera, Sabato 13 Dicembre ore 21.30, in live al Magazzino sul Po presenteranno in anteprima la loro ultima fatica “Dell’Amore, Della Morte, Della Vita”, un album già anticipato dal singolo “Montagne“, registrato e mixato al MoscowMule di Biella e masterizzato a Londra, che usa musica e parole per esprimere in maniera quasi ossessiva un senso di inadeguatezza e di insoddisfazione. Così, dopo aver vinto l’Arezzo Wave Piemonte, dopo che Mtv ha passato in heavy rotation il videoclip del loro singolo “Non preoccupatevi per me (se fuori piove)” e dopo aver alternato sessioni in studio a momenti live, gli Invers sono tornati a Torino, introdotti dai Mascara, e l’ingresso è a offerta libera con tessera Arci.

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Come si è formata la band? Quando la vostra musica ha iniziato a prendere forma? Ma soprattutto, da dove nasce il nome?

«Abbiamo scelto Invers nel momento stesso in cui la formazione si è stabilizzata definitivamente, italianizzando quello che era il nome precedente. Era il 2008 e fino a quel momento ciò che avveniva in sala prove era puro e semplice divertimento, senza una direzione definita o un’intenzione precisa. Con il passare dei mesi successivi poi, ci siamo resi conto che quello che stavamo facendo iniziava ad avere un senso ed una forma più distinta, introducendoci piano piano a quelle che sarebbero state le basi dei nostri futuri lavori.»

Quali sono le vostre influenze a livello musicale? C’è qualcuno che vi ispira?

«In questo preciso momento del nostro percorso non traiamo ispirazione da nessun artista o gruppo in particolare. Non è una scelta a tavolino, ma solo ed esclusivamente un’esigenza personale: non crediamo che il seguire determinate tendenze o canoni stilistici possa portarci ad esprimerci completamente per quello che siamo e sentiamo di voler fare. Ascoltiamo molto quello che sviluppiamo durante i momenti di improvvisazione in sala prove, e su questi spunti lavoriamo per dare corpo ai nostri brani. »

Secondo voi, è cambiata la vostra musica dal vostro primo disco del 2009 a “Dell’Amore, Della Morte, Della Vita”, il vostro nuovo album? Come?

«La parola giusta è più probabilmente “stravolta” anzichè “cambiata”, come del resto è giusto che sia; rispetto ai primi ep autoprodotti innumerevoli cose sono mutate, nelle esperienze come musicisti ma soprattutto come persone, che sono poi quelle che riflettiamo e descriviamo nella nostra musica. Più passa il tempo, più si cresce, le idee e i punti di vista cambiano, si definisce meglio il cammino che si intende seguire, e, nella migliore delle ipotesi, si matura. »

Ne avete vissute tante, in questi anni: dall’Arezzo Wave Piemonte, alla collaborazione con importanti artisti del panorama rock italiano, persino a un video passato a rotazione su mtv. Qual è stata l’esperienza più bella che avete vissuto? Ce n’è una che vi ha segnato particolarmente dal punto di vista artistico/professionale?

«Ogni esperienza che si vive è un tassello fondamentale per continuare a mettere un piede davanti all’altro e per capire dove si vuole arrivare. Alle volte si hanno grandi aspettative per situazioni che poi non portano a grandi frutti, mentre altre regalano sorprese che non ci si sarebbe mai aspettati; noi facciamo tesoro di ogni risultato che riusciamo ad ottenere, bello o brutto che sia, senza distinzioni o preferenze, cercando di metabolizzarlo nel modo più costruttivo possibile. »Invers

Qual è lo stato d’animo da cui nasce il nuovo album? Volete trasmettere un messaggio in particolare?

«Il nuovo album ha preso forma in un ambiente di maggior consapevolezza per quel che riguarda le intenzioni e i contenuti che volevamo e sentivamo dentro a “Dell’Amore, Della Morte, Della Vita”. Ci sentiamo decisamente più liberi da qualsiasi possibile influenza esterna a ciò che stiamo creando e di conseguenza percepiamo un orientamento più forte verso quella che è per noi una strada più matura, nell’approccio alla composizione dei brani, nella ricerca delle sonorità, nella cura dell’espressione dei contenuti. »

Come mai “Montagne” è stato il singolo scelto per anticipare l’album? Ha un particolare significato?

« “Montagne” ci sembrava il brano che al meglio poteva introdurre le sonorità e gli ambienti del nostro nuovo lavoro, senza però destabilizzare troppo chiunque ricordasse ancora come suona il nostro primo disco.
“Dell’Amore, Della Morte, Della Vita” segna per noi un cambiamento stilistico notevole, e ciò andava introdotto in modo graduale, ma al tempo stesso intuibile fin da subito. Ogni brano di questo nuovo disco ha un’identità propria e ben distinta (spesso molto differente da quella di “Montagne”), che è comunque sempre connessa a quella degli altri brani, e ancor di più a quelli che sono i tre concetti annunciati dal titolo dell’album. »

Quali sono le vostre aspettative per la presentazione dell’album di questo sabato, e per il prossimo anno?

«Per i motivi di cui sopra, da tempo preferiamo non costruirci aspettative in nessuna situazione, bensì puntiamo a presentare “Dell’Amore, Della Morte, Della Vita” al massimo della sua intensità, ogni volta che abbiamo e avremo modo di farlo. »


Avete già dei progetti futuri in cantiere? Volete svelarci qualcosa in anteprima?

«I prossimi passi vanno rapidamente definendosi, anche perchè il nuovo anno è vicino e non vediamo l’ora di offrire a tutti il nostro nuovo disco.
Mentre il giro di concerti di anteprima va concludendosi, noi ci si orienta già verso il lavoro che sta intorno a quello che sarà il prossimo singolo, e a quel punto, qui lo anticipiamo, sarà tempo di mostrare la vera faccia di “Dell’Amore, Della Morte, Della Vita”. »