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La Passione di Carol Rama: da Vanchiglia alla GAM

La mostra su Carol Rama alla GAM ha inaugurato il 12 ottobre e prosegue fino al 5 febbraio del 2017. L’artista, morta nel 2015 a 97 anni, rappresenta certamente uno degli emblemi culturali della città di Torino.

Carol Rama a Torino 

Ha vissuto in via Napione, zona di Vanchiglia situata a pochi passi dal fiume, portando a casa sua numerosi artisti e intellettuali (Edoardo Sanguineti, Andy Warhol, Man Ray, Nico Orengo, Carlo Mollino, Felice Casorati etc). Li affascinava per la visceralità con cui viveva la propria arte, oltre che per la sua capacità di evocare piani di interpretazione sempre aperti al contemporaneo.

Carol Rama e Andy Warhol, 1975

Autodidatta, ha iniziato a dipingere all’età di 14 anni, rendendo l’arte un’esigenza quasi primaria. Lei stessa ha evidenziato la necessità di un’attività che le consentisse di identificare sé stessa al confine tra il proprio caos e il mondo esterno pre-ordinato.

Proveniente da una famiglia difficile che ha visto la madre frequentare la psichiatria per problemi sorti conseguentemente alla morte prematura del marito (padre di Carol) suicida. La sua fragilità di ragazzina è andata con il tempo a strutturarsi in una personalità di artista che si è costruita tassello per tassello in opere cariche di erotismo, allucinosi, provocazione, genialità.

 

La mostra alla GAM

La mostra alla GAM è suddivisa in quattro sezioni: Astrazione Organica, Anatomia Politica, Organismi ancora ben definiti e vulnerabili, La Mucca Pazza sono Io.

All’entrata è esposto un foglio su cui c’è scritto il nome di Carol Rama anagrammato in diversi modi; si tratta di una dedica di Man Ray.

Astrazione Organica

Il periodo legato all’Astrazione Organica, che si trova appena entrati, risale invece agli anni ’60. Si tratta di un discorso che si connette all’Arte informale, dove però vengono assemblati elementi organici con altri inorganici.

Esemplare è l’opera Melodramma del 1966, fatta di semi, plastica stampata su tela, in cui sono rappresentati teschi su uno sfondo nero. Sempre di questo periodo sono i Bricolage definiti così da Edoardo Sanguineti da cui appaiono semi, o occhi di vetro.

Poi Rituale del 1964 realizzato con plastica e lacca su tela. O anche Siringhe, risalente al 1967 fatta di resina sintetica, siringhe e smalto su tela.

Questo periodo sembra segnare un passaggio da sé stessa al linguaggio ufficiale delle avanguardie artistiche dell’epoca. Quel che traspare in Carol Rama è che l’arte, vissuta come esigenza, si sia manifestata nella sua vita come un modo per costruire spazi vitali che le donassero una collocazione nel contesto socio-culturale di quel periodo.

Arte Concreta

Sono invece esposte marginalmente le opere risalenti al periodo relativo al Movimento di Arte Concreta degli anni ’50, seppure una stanza è stata comunque dedicata, oltre che i primi lavori (ritenuti all’epoca scandalosi al punto da far chiudere la sua prima mostra quando ancora nemmeno aveva inaugurato) o altri risalenti alla Seconda Guerra Mondiale come Masturbazione, del 1944 o gli acquerelli su carta come Proibito e Donna del 1944 e Appassionata del 1941 appartenenti alla sezione intitolata Anatomia politica .

Organismi

Agli anni ’70 ’80 risale invece il periodo Organismi ancora ben definiti e vulnerabili, di cui un esempio è l’opera Movimento e Immobilità di Birnam, del 1978, fatta con vilpelle, nastri, gomme di bicicletta, gancio su tela.

L’opera è divisa in due parti segnate da una coperta in pelle e uno sfondo nero su cui è applicato un copertone di bicicletta. Le camere d’aria furono scelte dall’artista anche per il ricordo di suo padre che possedeva una fabbrica di biciclette poi fallita (motivo del suo suicidio). Sembra che l’artista abbia voluto raccontarsi tramite brandelli veri e propri che segnassero in uno spazio più ampio la sua storia. Come fossero indizi della sua soggettività.

La Mucca pazza

Fino ad arrivare agli anni ’90 dove vediamo raccolte le opere della sezione La Mucca Pazza sono Io! Opere dove si approda a un occhio post-umano in cui viene paragonata l’importante epidemia ai fenomeni sintomatici di mutamento culturale, dove anche il giudizio umano viene estirpato di tutti i significati che si possano riferire alle vicende soggettive.

Carol Rama dunque come piega del vivente. Campo che raccoglie la materia e la include nella vita, cercando il significato, rendendo centrale la ricerca, la fuga, l’impazzimento, il corto circuito proprio di chi troppo cosciente di vivere, cerca un luogo in cui godere delle proprie catastrofi elementari.
O anche un nuovo modo di vedere l’amore, non più legato a qualcosa di trascendente, ma insinuato nella realtà di ogni lato.

Come nella poesia Cadeau di Edoardo Sanguineti (dedicata a Carol)  in cui si diceva: (…) amore ha un callo fatto di narici,/peli alla lingua , nodi alle varici/amore morde, con muta mascella/tutte le tette, in tutte le budella.

Luca Atzori