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MERAVIGLIE DEGLI ZAR alla Reggia di Venaria

Andiamo alla scoperta della mostra Meraviglie degli zar.

Dopo aver attraversato l’ampio cortile d’entrata della Reggia di Venaria, ci si trova davanti a un immenso giardino che apre a una natura artificiale e incantatrice.

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La Reggia, opera di  restauro monumentale, ci ricorda di quanto la forma sia in grado di resistere allo sgretolamento della materia, e di quanto l’ideale possa essere rievocato nel ricordo.

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Dal giardino ci si volta e si trova un’entrata dalla quale si sale verso il primo piano dove risiede la mostra temporanea Meraviglie degli Zar, inaugurata il 17 luglio 2016 e che si terrà fino al 29 gennaio del 2017.

Nella mostra viene ripercorsa la meraviglia del palazzo Peterhof dove risiedette la dinastia dei Romanov, la seconda dinastia russa durata fino al XX secolo.

Il palazzo rievocato, oggi patrimonio Unesco, fu fondato da Pietro il Grande (Pietro I Romanov) successivamente posseduto dalla moglie Caterina, successivamente da Elisabetta, Caterina II,  Nicola I.

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La prima stanza apre con una citazione di Vjazemskjy:  «Fresca come cupo smeraldo all’ombra di folti giardini, brillante come cristallo levigata dall’acqua è Peterhof».

Nicola I di Russia
Nicola I di Russia

Si trovano nelle successive stanze diversi ritratti degli Zar , come quelli di Nicola I ad opera di  Friedrich Uphart, e Ivanovich Botman, entrambi olio su tela; o quello di Caterina II sul cavallo brillante, sempre olio su tela, di Virgilius Eriksen.

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Sono starti esposti inoltre  diversi abiti come quello dell’ultima zarina Alessandra Fedorovna, risalente al 1900, o il trono della sala di Caterina del gran palazzo del Cremlino, del 1847 (in pino, tiglio, doratura, velluto).

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L’ombra della Corte dei Romanov, sfarzosa anche agli occhi di Vittorio Emanuele III, risplende oltre che nei dipinti e gli abiti, anche nelle manifatture di vasi, incensieri, scrigni e piatti.

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Richiama quell’oriente eurasiatico a cui la Storia ha dovuto porre fine. Ma il senso è forse anche questo: riuscire a far sopravvivere le impressioni, eterne perché ancora vive nel nostro sentire.

Una mostra che si incastra bene con il contesto della Reggia, in quanto il palazzo Peterhof anch’esso restaurato in seguito alla distruzione completa avvenuta da parte dei nazisti, può continuare a vivere nella sua essenza.
Due ideali di regge messe a confronto, in una mostra che ci parla dell’indistruttibilità dei monumenti e della permanenza dei contesti estetici, sulle nostre pelli.

Luca Atzori

PS Per chi lo desiderasse è disponibile anche il tour virtuale della Reggia tramite Google Arts & Culture (clicca qui)