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Il rock dei Metaphora all’Hiroshima Mon Amour

Il 21 gennaio i Metaphora suoneranno all’Hiroshima Mon Amour in apertura della serata I Love Rock. Ne abbiamo approfittato per intervistare questa giovane band di Torino.

Intervista ai Metaphora

1. Incontriamo i Metaphora. Parlateci un po’ di voi. Come parte l’idea della band?

L’attuale formazione nasce nel 2012, con l’ingresso di Luana nella band, ma in realtà tutto e iniziato molto tempo fa tra i banchi di scuola. Eravamo quattro ragazzi appassionati di musica, tutti alle prime armi ma c’era la voglia di suonare, di creare qualcosa e di divertirsi quindi perché no…decidiamo di fare una band!

Da quel giorno sono cambiate un sacco di cose tra generi musicali, membri del gruppo e visione della musica ma lo spirito è sempre lo stesso, facciamo musica perché amiamo farlo e ci divertiamo un casino.

 I Metaphora

2. Come nasce la scelta del nome Metaphora?

La scelta del nome nasce dal desiderio della band di cercare di trasportare chi ascolta nel nostro mondo con la nostra musica. Da qui la scelta del nome Metaphora che arriva dal greco “metaphero” che significa “io trasporto”.

3. Il vostro rock ha un sound molto particolare. Per alcuni versi mi ricorda un po’ i Paramore. Quali sono le vostre influenze?

Il nostro sound e frutto dell’unione dei quattro diversi background musicali e dei percorsi didattici di ognuno. Ascoltiamo dai grandi classici italiani all’hard rock americano non disdegnando l’elettronica (quella fatta bene) e ci teniamo sempre ben informati sulle novità che offre il mercato. Il tutto sempre con un occhio sempre aperto su artisti nuovi anche non mainstream.

Quello che teniamo a specificare sempre è che nella composizione lasciamo che sia la canzone a indicarci la via dell’arrangiamento. Non cerchiamo di forzare il nostro sound in un’unica direzione, anche per questo abbiamo pezzi con atmosfere molto diverse tra loro.

Metaphora: gruppo rock italiano di Torino

4. A differenza di altre band avete fatto la scelta di cantare in italiano. Risulta difficile adattare l’italiano al rock?

Non è complicato adattare l’italiano al rock e viceversa, anzi noi possiamo ritenerci fortunati nel poterci esprimere nella nostra lingua, l’italiano, una lingua che sa essere l romantica e tagliente in egual misura.

Le più belle opere letterarie di tutti i tempi sono state scritte in italiano e in tutte le sue sfumature e sfaccettature. Inoltre un testo in italiano, che dal punto di vista “della musicalità” è penalizzato rispetto all’inglese. Arriva in maniera più diretta e semplice a coloro che ascoltano.

Oggi per di più scrivere in italiano, per una band, potrebbe essere un tratto che la distingue dallo scenario musicale.

Il Rumore della Neve

5. Il vostro primo singolo si chiama Il Rumore della Neve, che è anche il titolo del vostro Ep. Che cosa rappresenta per voi?

Il Rumore della Neve rappresenta il punto d’incontro tra arte ed emozione.

Diversamente da quello che molti tendono a pensare, la neve non è il protagonista principale di questa canzone, che invece vuole essere un preludio all’amore.

Il rumore della neve è il rumore dell’amore.Quell’amore che ti toglie il fiato cogliendoti di sorpresa; è la sensazione di stupore che ci invade quando ci innamoriamo senza rendercene conto.

Questo è il rumore della neve.

 

6. Ho visto che al Salotto di Mao avete proposto una versione acustica di questo brano. Un effetto molto diverso dalle atmosfere rock del video. Vi capita spesso di suonare anche in set acustico?

Le situazioni acustiche nell’ultimo periodo sono incrementate notevolmente a seguito delle interviste in radio, infatti spesso ci chiedono di esibirci live.
Ci piace tornare all’origine e proporre i nostri brani cosi come sono nati, anche se tutti e quattro preferiamo la situazione elettrica che è il nostro punto di forza.

7. La location scelta per il vostro video è un luogo assolutamente affascinante e barocco. Dove si trova la villa sabauda e cosa avete provato a registrare in un luogo così suggestivo? Per voi ha un significato particolare?

La location del video si trova a Castagneto Po all’interno di villa Ceriana.  Girare in questa affascinante cornice è stato un viaggio nel tempo e sentire risuonare il nostro brano tra quelle mura è  stata un’esperienza unica.

 Il concerto all’Hiroshima Mon Amour

8. Siete emozionati per il concerto all’Hiroshima? Che cosa vi aspettate da questa serata?

Abbiamo già avuto la possibilità di calcare il palco dell’Hiroshima due volte. Questa volta però quel palco sarà tutto nostro, in quanto siamo la band che è stata scelta per l’apertura della serata I Love Rock. Siamo molto lusingati ed emozionati.

Cosa ci aspettiamo dalla serata? La promozione dell’EP sta andandomolto bene quindi siamo carichissimi, non vediamo l’ora di salire sul palco e di divertirci come solo i Metaphora sanno fare.

Ci piace vedere negli occhi di chi non ci conosce, l’interessamento e il divertimento che suscitiamo.

 

Rock con elementi onirici

9. Gli altri brani del disco sembrano unire scene di vita quotidiana ad elementi a tratti più onirici e delicati, come in Sogno o in Benvenuti nel mondo che non c’è, o a tratti più rock e diretti. Come nascono i vostri testi?

Ogni cosa, azione, ricordo, avvenimento o emozione può far nascere un testo.Le parole descrivono attimi di vita vissuta, sogni e stati d’animo.

In fase di composizione, ascoltando le prime note di un nuovo brano, cerco di abbinare l’argomento portante della canzone, immaginandone già il risultato.

In questo modo, attingendo dagli appunti che amo scrivere per tenerne traccia, inizio a creare modellando le parole come un vasaio modella la creta.
A questo proposito vi svelo un segreto, ho sempre con me un quaderno (nel video compare in una scena che mi ritrae) sul quale appunto i miei pensieri, le mie impressioni, i sogni e i rancori… Sono piccoli bocconi di emozioni che danno vita alle nostre canzoni.

I Metaphora e il rock italiano

10. Pallottole e paillettes mi ha colpito in particolare. Mi piace la grinta rock e lo stile diretto e disincantato verso il mondo dello spettacolo. Il che mi ricorda la prima Levante con le Effemeridi, ma con sfumature di charleston. Come vedete la situazione del rock italiano al momento?

La scena rock italiana è realtà che è sempre esistita e ancora adesso e in pieno fermento. Purtroppo al momento, tolti i grandi nomi storici del rock made in Italy. L’attenzione del pubblico è orientata più verso l’estero o comunque verso altri generi…ce ne si accorge facilmente. Guardando Mtv per esempio. Tolto il fatto che e stata relegata ben lontano dai primi canali del digitale terrestre, la maggior parte della sua programmazione e musica rap o hip hop.

D’altra parte invece stanno riscuotendo molto successo artisti indie/cantautorali come Thegiornalisti, Ex-Otago e Calcutta il che ci fa ben sperare per il futuro…chissà se il buon vecchio rock tornerà di moda…noi siamo pronti!

Luca Calderan
Luca Calderan è un redattore e SEO con numerosi anni di esperienza in ambito editoriale. Ex collaboratore de lastampa.it ed impiegato in ambito finance dal 2007. Luca racconta da sempre la città di Torino ed i suoi cambiamenti. Ha intervistato i più famosi artisti di Torino, sia quelli famosi che i musicisti di Torino. Volontario presso TEDxTorino e GDG Google Developer Group Torino.
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