Volcano records
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Volcano Records etichetta discografica di Torino

La Volcano Records & Promotion è un’etichetta indipendente di musica rock e metal che ha recentemente scelto di spostare la propria sede a Torino. Abbiamo incontrato il fondatore, Alessandro Liccardo, conosciuto durante l’edizione torinese del concerto del primo maggio, per farci raccontare i prossimi eventi.

Volcano records

 

  1. Alessandro Liccardo. Tu sei un produttore e musicista. Come vivi i due ruoli in un periodo come questo in cui la musica commerciale sembra farla da padrone?

A volte i musicisti in studio di registrazioni sono concentrati al 100% sulla loro esecuzione e sulle emozioni che attraverso la musica vogliono veicolare. Questo è sicuramente giustissimo e fondamentale perché un musicista deve, a mio parere, cercare il massimo grado di sincerità nel raccontarsi ed esprimersi attraverso la propria musica. Ma allo stesso tempo sono convinto che nel 2017, per confrontarsi a livello professionale nel mondo della musica, sia necessario porsi il problema dell’esperienza del pubblico, per fare in modo che i messaggi arrivino in maniera diretta ed inequivocabile.

Alessandro Liccardo - Volcano records

Per come la vedo io, il ruolo del produttore è quello di mediare tra l’esigenza espressiva dell’artista e le dinamiche di fruizione che si articolano all’interno del suo specifico segmento di mercato. Con questo non voglio assolutamente dire che bisogna scrivere e produrre musica pensando solo alla sua vendibilità, ma la mia esperienza mi suggerisce che qualsiasi linguaggio, dunque stile, venga scelto dall’artista, i messaggi vanno sempre calibrati ed orientati in modo da massimizzarne la capacità comunicativa e dunque non essere un puro esercizio autoreferenziale. Per sintetizzare, anche se suoni metal estremo, è opportuno rispettare le regole della comunicazione e mettersi nei panni del pubblico. Il produttore è un grillo parlante sempre pronto a ricordare ai musicisti di non scordarsi del pubblico.

  1. Ho letto che la Volcano Records è nata all’ombra del Vesuvio. Ci puoi raccontare la vostra storia?

La Volcano è nata tra il 2013 ed il 2014 come agenzia di organizzazione eventi. Nei primi tempi abbiamo lavorato soprattutto in Italia Meridionale organizzando concerti prevalentemente rock e metal per gruppi indipendenti ed artisti più affermati come Fabio Lione degli Angra e Pino Scotto tra gi altri. Le cose sono drasticamente cambiate da quando abbiamo deciso di inaugurare a inizio 2016 il comparto Records. Diventare etichetta è stato un salto nel vuoto all’inizio. I primi mesi sono stati complicati perché abbiamo dovuto imparare a nostre spese ed a suon di errori praticamente tutto, ma progressivamente abbiamo calibrato sempre meglio le nostre attività ed i nostri processi interni.

Volcano records & promotion

La svolta è stata quest’anno. In soli sei mesi abbiamo acquisito un peso specifico nel mercato indipendente rock e metal sempre crescente, ci siamo evoluti da Associazione di Promozione Culturale quale eravamo all’inizio per diventare un’azienda a tutti gli effetti. Oggi la Volcano Records & Promotion non è più un passatempo, con orgoglio posso dire che è diventata un lavoro vero e la nostra soddisfazione più grande è quella di poter guardare le decine di ottime band del nostro roster ottenere successi e straordinari riconoscimenti mese dopo mese e non solo in Italia. Sono veramente soddisfatto di quanto fatto fino ad oggi, le prospettive ed i progetti futuri sono tanti ed entusiasmanti. La nostra politica aziendale sta dando i suoi frutti grazie al lavoro quotidiano di tante persone e collaboratori appassionati, ma non posso non citare su tutti Guido Sabia che oggi dirige il reparto operativo della Volcano ed è al mio fianco ogni giorno nella gestione strategica dell’azienda.

  1. Tra i nomi della vostra etichetta ci sono nomi di grande richiamo del metal italiano dagli anni ’90 ad oggi. Vi rivolgete al mercato italiano o a quello internazionale?

La Volcano Records & Promotion distribuisce la musica delle sue band in tutto il mondo. Abbiamo un comparto che stiamo ulteriormente potenziando proprio in questo periodo, che si occupa di promuovere i nostri artisti a livello internazionale, ma ci piace essere molto pragmatici al riguardo. Spesso si tende a semplificare la discussione sulla promozione discografica come se esistessero solo due entità geografiche, due mercati, quello italiano e quello estero. Ma quando parliamo di mercato internazionale dobbiamo essere molto precisi nel trattare la macrocategoria come una molteplicità di singole realtà nazionali che vanno approcciate in maniera diversificata e specifica.

Volcano promotion

Per intenderci, dire che un’etichetta fa promozione internazionale non significa nulla. Il mercato tedesco è diverso da quello inglese che a sua volta è diverso da quello francese o spagnolo, per non parlare poi del circuito nordamericano o delle tante realtà asiatiche, mi riferisco al Giappone ma non solo. La Volcano Records & Promotion è un’etichetta giovane, dunque il nostro network cresce di settimana in settimana ma cerchiamo di fare le cose con criterio. Piuttosto che sparare a cannone i nostri artisti alla cieca, cerchiamo di progettare con molta cura le azioni promozionali concentrandoci sul posizionamento presso singoli mercati esteri in numero progressivamente crescente. Così ottimizziamo le risorse, riduciamo le perdite e massimizziamo l’investimento in promozione e distribuzione. Non rincorriamo i titoli altisonanti, ci interessa costruire un network solido per dare dei risultati concreti e tangibili ai nostri artisti, in Italia come all’estero.

  1. Il 17 giugno ci sarà la seconda edizione della Volcano rock fest al Legend Club di Milano. Puoi anticiparci qualcosa sull’evento?

Stiamo lavorando al Volcano Rock Fest esattamente da ottobre 2016, quindi ci teniamo un bel po’. Sarà un grande evento in uno dei locali più belli e conosciuti di Milano, tappa obbligata per tantissimi artisti internazionali. Sul palco si alterneranno dalle 21 fino a tarda notte tantissime band rock e metal di ottimo livello.

Volcano rock fest locandina

Per citarne solo un paio, ti dico i Love Machine, storica heavy metal band italiana attiva dall’inizio degli anni ’80 che ha suonato anche in Giappone, diviso il palco con Saxon, Wasp, Gotthard ed altri, e che proprio al nostro festival darà in anteprima esclusiva un attesissimo annuncio. Un‘altra band straordinariamente interessante che suonerà il 17 a Milano sono i Breaking Larsen Theory. I ragazzi presenteranno in occasione del festival il nuovo disco che esce per Volcano a giugno e so che stanno preparando uno show speciale. Siamo molto contenti del lavoro svolto e le soddisfazioni per loro sono arrivate prima ancora dell’uscita del disco, infatti sono già stati annunciati in apertura ai mitici Lacuna Coil al South’s Cheyenne Festival in Puglia il prossimo 6 agosto.

Volcano rock fest

 

Ma a parte queste due band, sono entusiasta del bill perché tutti gli artisti che suoneranno al Volcano Rock Fest ci regaleranno uno show dedicato, non una semplice tappa del tour, quindi ogni set sarà ricco di sorprese. Ti regalo un’anticipazione: i Teodasia, una delle nostre band di punta, avranno quella sera come ospite del loro concerto la bellissima e bravissima Chiara Tricarico dei Temperance, un altro gran bel nome che si aggiunge alla festa!

  1. Come nasce l’idea della Volcano rock fest? L’anno scorso se non sbaglio si è svolta a Napoli.

In origine dovevamo portare a Milano un format diverso dal festival, doveva essere una serata meno impegnativa, una sorta di galà di presentazione della nostra etichetta con degli showcase meno elaborati. Ma negli ultimi mesi le nostre prospettive sono drasticamente cambiate e quindi abbiamo quasi subito virato sull’idea di organizzare ed ipegnarci per un festival vero e proprio trovando appoggi e supporto sia al Legend che tra gli addetti ai lavori e la stampa di settore che ha dato ampissimo spazio a tutta la comunicazione dell’evento.

Volcano rock fest logo

Alcuni artisti sono stati selezionati direttamente dal nostro roster mentre per completare il bill abbiamo indetto un concorso chiamato “Play The Legend” per proporre la propria band alla direzione artistica del festival. Abbiamo ricevuto centinaia di candidature, c’erano decine di ottime band, è stato davvero difficile selezionarne solo poche ma è stata l’occasione per molti artisti di entrare in contatto col nostro staff ed alcune delle band che ci avevano scritto per suonare al festival alla fine si sono ritrovate con un contratto discografico, come si dice, a volte si chiude una porta e si apre un portone…

  1. Tra gli ospiti ho visto che ci saranno Giacomo Voli dei Rhapsody of fire e Mark Basile dei DGM. Ci sarà anche una jam finale?

Presenteremo a conclusione del festival, il nuovo progetto Rooster’s Crown che farà il proprio esordio discografico in autunno e mi vede nella duplice veste di produttore e chitarrista. Sarà una sorta di all star band con la partecipazione di musicisti di grande esperienza quali Mirkko De Maio (Hangarvain, Mind Key) alla batteria ed Andrea Arcangeli (DGM, Hevidence) al basso, e faremo una sorta di jam su alcuni grandi classici del rock insieme a Mark e Giacomo che saranno ospiti del set per concludere insieme la festa.

  1. Tra i nomi dell’anno scorso invece mi è sembrato di vedere i Be The Wolf, che se non erro sono di Torino. Mi è capitato di sentirli in rotazione su Virgin radio.

Adoro i Be The Wolf, sono una delle mie band rock preferite in assoluto e la voce di Federico Mondelli è pazzesca, l’anno scorso abbiamo fatto delle date insieme prima che loro tornassero in Giappone dove stanno avendo un grande successo. Purtroppo con i Be The Wolf ci deve essere una sorta di strana maledizione. L’anno scorso furono costretti ad annullare la partecipazione al festival all’ultimo momento e ti confesserò che anche quest’anno ho fatto di tutto per portare Federico sul palco del Volcano Rock Fest per la jam finale insieme a Mark e Giacomo ma per i tanti impegni alla fine la cosa non si è concretizzata.

Ma non demordo, Federico lo sa che prima o poi faremo qualcosa insieme, soprattutto ora che mi sono trasferito a Torino. Non fraintendermi ma io sono musicalmente innamorato di lui e, a parte gli scherzi, abbiamo una concezione della musica e del songwriting molto affine. Il fatto che siano su Virgin Radio non mi ha sorpreso, loro se lo meritano!

  1. Come vedi la situazione del metal, e del rock in generale, in Italia? L’avvento delle nuove radio rock ed il ritorno dei Guns n’ Roses credi che possano contribuire a far risorgere la scena musicale attuale?

Se parliamo di un successo come quello che il rock ed il metal hanno avuto negli anni 80’ quando erano un fenomeno del tutto mainstream, direi che oggi, a parte rare eccezioni tipo il concerto di Imola che comunque afferisce a tutt’altra dinamica socioculturale, siamo lontani da quello scenario. Ma devo dirti che da insider all’ambiente ho come la sensazione che le cose stiano migliorando sempre di più. La migrazione della musica dall’esperienza analogica a quella virtualizzata e liquida di internet ha sicuramente stravolto tutto negli ultimi quindici anni, ma progressivamente mi sembra che l’integrazione tra chi produce musica e chi la promuove, dunque la distribuisce al pubblico, ed i nuovi media e strumenti di comunicazione stia migliorando. Se ottimizziamo il modo di trasmettere contenuti, se impariamo a parlare i linguaggi della modernità senza rinnegare la storia ed il passato, possiamo alimentare l’interesse e coltivarlo. Ci vuole tempo, consapevolezza e competenza, ma sinceramente credo che la direzione giusta sia stata intrapresa.

  1. Posso farti una domanda personale? Come mai la scelta di trasferirti a Torino e ripartire da qui con la tua etichetta?

Sono stato per la prima volta a Torino lo scorso ottobre e devo dire che è stato amore da subito. Viaggio moltissimo, continuamente direi, ho vissuto in molti posti diversi, per tanto tempo ho abitato anche all’estero, a Londra, ma poche volte mi è capitato di trovare un luogo che ho sentito così compatibile con la mia personalità. Torino mi piace per il suo senso di compostezza e organizzazione, amo il fatto che ha numeri da grande città ma la qualità della vita di un centro di medie dimensioni.

Alessandro Liccardo chitarrista rock

 

Sono un musicista rock prima di essere un discografico, si può dire che al casino sono abituato, ma il luogo dove voglio vivere deve permettermi di staccare, di respirare. È stata la scelta più sensata quando abbiamo deciso di aprire una seconda sede per la Volcano quest’anno dato che oggi la quasi totalità del nostro lavoro si sviluppa in Nord Italia. Andare a Milano da Torino è un attimo, da Napoli era diventato insostenibile. Negli ultimi sei mesi ho passato più tempo a lavorare al computer in treno ed aereo che in ufficio in etichetta!

  1. Il primo maggio abbiamo condiviso il palco dell’Hiroshima durante il tradizionale concerto. Che ricordo hai dell’evento? Ti ha colpito qualche band in particolare?

Il livello generale dei gruppi è stato molto buono ed in generale credo che il pubblico abbia potuto godere di un ottimo show. Mi ha fatto molto piacere essere in giuria per la finale del concorso Wanted Primo Maggio, che tra l’altro avevo già seguito sempre da giurato nella data eliminatoria di Salerno, ma purtroppo sono dovuto scappare per altri impegni appena finita l’esibizione delle band partecipanti alla rassegna perdendomi gli artisti che sono saliti sul palco dopo.

Wanted primo maggio Torino 2017

Comunque è stato un onore far parte della giuria allo storico Hiroshima e la considerazione che Giulio Tedeschi della mitica Toast Records mi ha dimostrato invitandomi in quell’occasione così come tante altre volte, è una cosa che mi riempie di orgoglio e soddisfazione. L’appoggio e l’amicizia di chi ci è dentro fino al collo da molti anni prima che io nascessi, mi dà una bella fiducia per non mollare ed impegnarmi sempre di più nel mio lavoro.

  1. Infine un’ultima domanda. In questi anni ti sarà capitato, sia come organizzatore che come musicista, di avere a che fare con grandi artisti del rock. Qualche aneddoto?

Ho avuto la fortuna di incontrare davvero tanti personaggi pazzeschi, dai The Darkness, Justin Hawkins è tanto istrionico sul palco quanto pacato e riservato dietro le quinte, a Russell Allen dei Symphony X, un omone irresistibilmente simpatico che qualche mese fa in un camerino mi aveva fatto ascoltare in anticipo di diversi mesi il nuovo disco degli Adrenaline Mob di cui sono un gran fan, passando per i leggendari Gilby Clarke dei Guns n’ Roses e Jim Peterik dei Survivor; mi vengono in mente Kenny Kanowski degli Steelheart, uno dei chitarristi più sottovalutati e misconosciuti del pianeta ma assolutamente pazzesco, e poi il mio idolo assoluto Richie Kotzen, voce devastante e chitarrista incredibile ed incredibilmente timido ed introspettivo off stage, ma potrei andare avanti a lungo.

Alessandro Liccardo on stage

Ti racconto un aneddoto molto divertente che mi è capitato poco più di un mese fa. Ero appena arrivato al party di presentazione del Frontiers Festival riservato agli addetti ai lavori quando ho incontrato il mio amico Michael Grant, chitarrista degli storici L.A. Guns con i quali sono stato in tour l’anno scorso. Quest’anno i Los Angeles Guns si sono riuniti anche con Tracii Guns, il chitarrista originario del gruppo al quale tra le altre cose si deve oltre che l’aver scritto la storia degli L.A. Guns, anche l’aver coniato insieme ad Axl Rose il nome Guns n’ Roses, insomma una vera leggenda. Comunque, quando incontro Michael lui era con Tracii e mi presenta come un bravissimo chitarrista… fin qui nulla da segnalare, ma poi iniziamo a ricordare insieme alcuni aneddoti del tour dell’anno scorso e Tracii praticamente ha una sorta di parentesi mistica, ci fa mettere in cerchio e dice che è un cerchio dell’energia, siamo tutti chitarristi, che ci sono vibrazioni magiche nell’aria. Devo dire che è stato piuttosto imbarazzante. Alla fine quando ci siamo salutati vado per dargli la mano e lui mi ha strapazzato con un abbraccione, “we’re brothers now, give me some love”.

Luca Calderan
Luca Calderan è un redattore e SEO con numerosi anni di esperienza in ambito editoriale. Ex collaboratore de lastampa.it ed impiegato in ambito finance dal 2007. Luca racconta da sempre la città di Torino ed i suoi cambiamenti. Ha intervistato i più famosi artisti di Torino, sia quelli famosi che i musicisti di Torino. Volontario presso TEDxTorino e GDG Google Developer Group Torino.
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