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I Taurini in Val di Susa

I Taurini sono le tribù celtiche che abitavano la zona dell’odierna Torino e della Val di Susa prima dei Romani.

Cominciamo oggi un ciclo di articoli a carattere storico con l’autore Danilo Tacchino, che ci guiderà attraverso le valli piemontesi alla riscoperta di uno dei popoli più antichi del Piemonte e del quale si conservano purtroppo pochi resti.

“La comprensione della storia antica e protostorica ha molte lacune dovute ai pochi elementi di conoscenza in nostro possesso, sia a livello archeologico che documentale. Insieme a queste difficoltà, si aggiunge ancora il discorso non solo del tempo, ma dei luoghi, con le loro diversità e le varie civiltà che li hanno popolati.

Per la valle di Susa e la limitrofa piana torinese, cominciamo a saperne qualcosa con l’avvento della romanizzazione. Vedremo infatti come i reperti archeologici di quell’epoca, ci offrono già sufficienti anche se non esaustivi spunti per comprendere la vita di quel tempo.

Poco o nulla purtroppo abbiamo per i periodi precedenti, se non qualche episodio sporadico o qualche congettura legata ad altre esperienze spaziali che possono essere proiettate anche su questo territorio, per analogie e vicinanze territoriali.

Possiamo quindi senz’altro entrare in epoca protostorica nell’affrontare il nostro racconto, passando dall’età del bronzo, che probabilmente vide genti liguri e autoctone di inusitata provenienza.
Queste popolazioni si sono evolute dalla base antica dell’uomo preistorico di Cro-Magnon, a quella del ferro, dove, avvengono le grandi invasioni di quelle razze celtiche, comandate da Belloveso (VI sec. A. C.) che, nel 390 a. C. per motivi demografici di vario genere, tra cui quelli più comuni come la mancanza di cibo o l’aumento eccessivo di popolazione in un territorio, giungono ai colli alpini del Monginevro o del Moncenisi.

Si stimano in circa 150.000 uomini, per scendere verso la pianura, e qui si fondono con le genti autoctone del luogo, quelle tribù pseudo – liguri o Camune, che dalla preistoria hanno preso forma, forse venendo anch’esse da altri luoghi, forse oltre la coltre d’acque del mediterraneo, per essere a loro volta assuefatte agli usi e costumi del popolo celta e gallico.

Di questo periodo si sa ben poco, e quindi la fervida fantasia ha dato spunto a libere interpretazioni nel definire il possibile modo di vita delle tribù che abitavano i monti e il fondo della valle prima dell’arrivo dei Romani.

Nel percorrere la valle, gli appassionati di studi preistorici e di graffiti, non rimangono a bocca asciutta, in quanto qualche reperto si riscontra, come tutta una serie di massi e rocce coppellate, graffiti di antropomorfi come quelli riscontrabili su un masso vicino al rifugio del Gravio presso Villarfocchiardo in bassa valle, o addirittura vere e proprie raffigurazioni, come l’edicola definita del Maometto, presso Borgone, che altri studiosi interpretano come un Giove dolicheno, ma sono tutti reperti di difficile databilità e di provenienza dubbia, inoltre non sono molti.”

Danilo Tacchino