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Mondiali 2014: forza azzurri, ci serve uno scandalo

Al via oggi i mondiali di calcio FIFA 2014. Abbiamo scelto di celebrare l’evento e fare il nostro augurio agli azzurri con un testo dello scrittore e giallista Rocco Ballacchino, che fa parte degli autori di Torinoir.

Mondiali Brasile FIFA 2014

L’Italia ai Mondiali di calcio 2014

“I Mondiali di calcio, targati Brasile 2014, si avvicinano e la nostra nazionale, come nelle migliori italiche tradizioni, si appropinqua all’appuntamento con il proprio destino pallonaro, avendo inanellato una serie di prestazioni deludenti da far invidia al Burkina-Faso, con tutto il rispetto e l’attenzione che il calcio africano ormai merita.

Con un solo gol realizzato nelle ultime due amichevoli e un filotto di sette pareggi consecutivi (non contiamo la vittoria con la Fluminense perché non si è trattato di sfida tra nazionali) siamo già certi che, sottoposta a un contrappasso per opposizione di natura dantesca, l’Italia non potrà che fare un gran mondiale.
E’ già successo in passato, perché non dovrebbe capitare anche questa volta ?

Balotelli e Italia ai Mondiali

Cosa importa se l’ultima vittoria risale al settembre 2013, a quella sera torinese; anche se fa effetto pensare che un bambino nato in quei giorni, magari proprio durante Italia- Repubblica Ceca, abbia già superato la fase dello svezzamento e stia quasi per muovere i primi passi, in attesa che gli azzurri ricomincino a realizzare un gol in più degli avversari. E poi c’è la tradizione.

Il ricordo del 1994

Sono vent’anni, infatti, che non vinciamo l’ultima amichevole di avvicinamento al mondiale, dall’ 11 giugno del 1994 in cui battevamo per 1-0 la “temibile” nazionale del Costarica prima di quella rassegna americana che si sarebbe conclusa con un rigore al cielo e tanti rimpianti.

Italia ai Mondiali

C’è comunque fiducia, speranza, più gli azzurri appaiono deludenti e con maggior enfasi confidiamo nella cabala, nei corsi e ricorsi storici, quasi che i ragazzi di Prandelli abbiano volutamente giocato male nelle ultime partite per attirarsi le simpatie di quel destino che in passato aveva portato dalle stalle alle stelle una presunta armata Brancaleone.

Il paragone con l’Italia del 1982

Manca però ancora un tassello per equiparare la situazione dell’Italia di oggi a quella dell’ ’82 e del 2006, a quelle due rappresentative italiane partite tra la diffidenza, a dir poco, della critica e dei tifosi e ritornate in patria da vincenti. Non un’apprezzabile forma atletica ritrovata e nemmeno un modulo vincente in grado di far coesistere Pirlo e Verratti, quello che ci va, la benzina in grado di trasformare una Cinquecento in una Ferrari, potrebbe invece essere quella fornita da un clamoroso e gigantesco scandalo.

Tipo un Calcio-scommesse stile anni ’80 o una Calciopoli premondiali tedeschi, un evento traumatico e scioccante, in grado di cementare lo spogliatoio e far tirare fuori il meglio dai nostri giocatori, colpiti nel proprio orgoglio di uomini prima e di calciatori poi. Con un copione già scritto che prevede una serie di dichiarazioni astiose nei confronti dei giornalisti e che si trasforma in un silenzio stampa da non infrangere, soprattutto nel momento in cui arriveranno le prime inattese vittorie degli azzurri. Il tempo però stringe e urge che le Procure si muovano, che i giornali sparino a zero sul “calcio italiano”, che l’uomo comune si indigni, che le persone nei bar non parlino d’altro. Uno scandalo, sì uno scandalo di dimensioni apocalittiche con coinvolgimento delle più alte cariche federali, una roba mai vista. E se non dovesse bastare?

Italia ai Mondiali campione nel fashion

E se i nostri fossero così scarsi da non poter essere ringalluzziti nemmeno dalla retrocessione in B dell’intera seria A?

Italia ai Mondiali

E se il problema fosse che non ci sono più, dicendo qualche nome a caso, Rivera, Mazzola, Bergomi, Baresi, Baggio, Totti o Del Piero? Di una cosa siamo invece certi: la foto che ha fatto il giro del mondo degli azzurri arrivati in Brasile, con quella disposizione a caso sulla scaletta di discesa dell’aereo, quell’abbondanza di occhiali da sole e di chiome indomite ci rende la squadra più fashion del pianeta (soprattutto se si fa il paragone con la sobrietà e l’ordine della rappresentativa anglosassone).

La canzone dei Mondiali del ’90

Per quanto riguarda le sentenze del campo ai mondiali do Brasil 2014 l’ardua sentenza, a quelle notti magiche inseguendo un gol che almeno ci faranno dimenticare, per qualche ora, gli affanni del presente, alla bellezza pura del calcio: la parata d’istinto del portiere, il recupero di un pallone che sembrava perso da parte di un difensore, la verticalizzazione intelligente poi di un centrocampista e un tiro azzeccato di un attaccante con la palla che rotola in fondo alla rete.

E poi un urlo, collettivo e isterico, da italiani, un urlo che per qualche istante unisce un commercialistica di Voghera, un pescivendolo di Pescara, una casalinga di Barletta e un manager di Brescia. Solo il calcio può tanto… E non è poco.”

Rocco Ballacchino